Gli alunni dell’ I. C “Deledda S.G. Bosco” incontrano l’autore Alessandro Catucci
Lunedi 4 novembre 2019 le classi terze dell’ I. C. "Deledda Bosco" si sono recate nel sottopalestra del plesso ”Bosco” per incontrare il dottor Alessandro Catucci, autore del libro “La terra del rimosso”. Il dottor Catucci è un nostro concittadino, nato e vissuto a Ginosa, dove ha svolto la sua professione medica per parecchi anni per poi trasferirsi a Bari, dove lavora al policlinico come psicoterapeuta.
La nostra classe era preparata per l’evento, in quanto la professoressa Antezza Emanuella ci aveva fatto esaminare delle fonti storiche alcuni giorni prima. Appena arrivati la dirigente scolastica, dott.ssa Luciana Lovecchio, ha tenuto un discorso sull’importanza dello studio e della conoscenza della storia per evitare di ripetere gli errori del passato e per costruire il nostro futuro, e su quanto potesse essere interessante quello che stavamo per ascoltare. Dopo di ciò il dottor Catucci si è presentato e ci ha spiegato perché ha intitolato il suo libro “La terra del rimosso”, soffermandosi sulla parola “rimosso”, termine tipico del linguaggio medico, e spiegando che il processo di rimozione è un meccanismo di difesa che porta a dimenticare eventi spiacevoli della propria vita. Il libro “La terra del rimosso” narra appunto di gravi fatti di sangue accaduti nel lontano 4 novembre 1922 a Ginosa, fatti che per molto tempo sono rimasti all’oscuro in un “non ricordo”. Nella Ginosa del 1922 c’erano dissapori politici tra nazionalisti e fascisti, il partito fascista era capeggiato da due avvocati, Giulio Tarantini e Armando Rizzi. L’obiettivo principale dei fascisti ginosini era occupare il Comune e prendere il controllo della situazione. Il giorno 4 novembre a Ginosa si sarebbe dovuta tenere l’inaugurazione del monumento in onore dei caduti in guerra, quindi i fascisti ne approfittarono per creare confusione e riuscire ad entrare nel Comune ed occuparlo. Il sindaco di allora era l’avvocato Sangiorgio Rodolfo, che aveva imposto pesanti tasse sul bestiame, e i fascisti pensarono di appiccare fuoco a casa sua, ma senza successo dato che le fiamme avvolsero solo il portone d’ingresso. In piazza si udivano i frastuoni provocati dalle bombe a mano, rubate dai fascisti presso la caserma dei carabinieri. Le vittime furono cinque, tre uomini e due donne, due mamme, di cui una in attesa di due gemelli, ferite barbaramente, nel tentativo di salvare i propri figli dalla rappresaglia fascista. Il carabiniere D’Errico Teodoro si offrì per andare a piedi a Castellaneta per portare la notizia e chiedere soccorsi, ma non avendo ricevuto aiuto, si recò a Taranto con il treno. Una squadra di 20 carabinieri arrivò a Ginosa per placare la situazione. Coloro che ritornavano dalla campagna alla sera non poterono accedere al paese per i fumi delle bombe a mano o per paura di essere sparati. In seguito arriverà l’amnistia e i morti rimarranno privi di giustizia.
L’autore ha reso interessante il racconto storico, cercando di farci calare nel vivo di quell’epoca attraverso divertenti e creativi role-play, durante i quali alcuni compagni hanno interpretato il sindaco Sangiorgio, gli avvocati Rizzi e Tarantini e alcuni fascisti.
In conclusione, riteniamo che l’incontro sia stato molto interessante e che bisognerebbe parlare di più di quanto è accaduto in passato a Ginosa, perché i giovani hanno bisogno di conoscere la storia locale del proprio paese, di far luce su alcuni eventi al fine costruire la propria identità ed “essere i cittadini di domani”, come ha sottolineato il dott. Catucci.
Costantino F., Lapiscopia A., Mancini C., Sangiorgio A.
Classe 3B sec.