“Il Louvre degli agricoltori”
Il 15 novembre 2023, le classi seconda A e seconda B della Scuola Secondaria si sono recate al Museo MuPa, situato a Ginosa. Appena entrati, gli studenti sono rimasti colpiti dalle immagini presenti, che raffiguravano contadini sfiniti dopo il loro lavoro. La forza delle immagini, come riportato su un totem esplicativo, sta nella capacità comunicativa, quei contadini trasmettono una felicità e una spontaneità penetrante. Inizia per noi un viaggio alla ricerca delle nostre radici, tra un popolo che rivendica il valore della lentezza in un mondo in cui domina la legge della velocità.
In ogni angolo della stanza si possono leggere delle informazioni su Fabio Fischietti, il fotografo, e sulla comunità agricola di Montursi, frazione del Comune di Gioia del Colle (BA). I Montursi sono molto discriminati per la loro arretratezza, quindi Fischietti vuole farceli conoscere meglio attraverso fotografie dal profondo significato.
Le guide hanno mostrato ai ragazzi un video in cui i lavoratori, proprietari di terre ben curate, criticano le nuove tecniche agricole a favore di quelle del passato: oggi i loro prodotti sono svalutati e, poiché i trattori e le mietitrebbie funzionano grazie al gasolio, i costi di produzione sono aumentati; inoltre i giovani, attirati dallo smartphone e da Internet, non hanno più voglia di lavorare e nessuno sembra essere interessato a imparare i lavori agricoli, tanto che alla fine del filmato, quando è stata intervistata una giovane contadina, l’autore del video è rimasto stupito!
Di certo non finiscono le meraviglie che il Museo ha da mostrarci, poiché c’è una sala in cui si può usare il “visore VR”, una maschera che, collegata ad un computer, ti fa vedere e interagire con i video “a 360°”! Uno degli ambienti mostrati è una stazione ferroviaria londinese.
Questo è sicuramente un grande passo sia per i Montursi, sia per Ginosa stessa, che può vantare anche un luogo di cultura splendido dove informarsi sulle proprie origini e, soprattutto, su quelle della Puglia: non per nulla la mostra si chiama “Contadini meridiani”!
Di Alessandro Mezzetti