Si è concluso il progetto “Italiano Amico” relativo all’Area a rischio, con forte processo immigratorio e contro la dispersione scolastica, di cui all’art. 9 del CCNL-Anno finanziario 2015 a.s. 2015-2016.
Il progetto ha visto coinvolti gli alunni stranieri della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta, di diversa nazionalità: rumena, albanese, marocchina, cinese. La storia scolastica di questi alunni è varia, alcuni hanno frequentato la scuola materna in Italia, altri nei lori paesi di origine, altri sono neoarrivati; tutti hanno mostrato difficoltà nella comunicazione in lingua italiana, ma allo stesso tutti hanno palesato il desiderio di comunicare ed integrarsi.
Il breve percorso formativo è risultato assolutamente positivo, tutti gli alunni hanno lavorato, hanno cooperato e spesso sono stati anche competitivi tra loro. Hanno rispettato le regole, hanno saputo collaborare nella scansione dei tempi e delle attività. Altamente motivati, spesso hanno fatto richiesta di schede di lavoro da portare a casa o da far vedere alle insegnanti di classe. I più piccoli d’ età sono risultati scolaretti laboriosi, sensibili, affettuosi, curiosi ed entusiasti. Le famiglie, in questi circoscritti contatti, sono state invitate a parlare l’italiano se desiderano integrarsi e far integrare i loro figli nel nostro territorio.
Il breve corso ha rappresentato solo un piccolo supporto didattico ed emotivo agli alunni e alle famiglie; c’è molto da lavorare e noi insegnanti siamo consapevoli dell’oneroso compito che l’integrazione richiede, conosciamo bene le difficoltà che gli alunni incontrano nell'applicazione delle regole ortografiche e di quelle strutture grammaticali dette “vuote” che non hanno riscontro immediato con l'oggetto reale, dei tempi più lunghi per la memorizzazione dei concetti, delle gratificazioni di cui hanno bisogno per fronteggiare situazioni emotive e cognitive, e tanto altro ancora!
In materia di accoglienza, istruzione e integrazione dei minori stranieri vi è un ricco numero di direttive internazionali, leggi e disposizioni amministrative, che apparterrebbero solo al patrimonio giuridico se la scuola non individuasse modalità, mezzi e strumenti, atti a definire i percorsi formativi per gli alunni stranieri.
A seguito di quanto esposto, e delle attività promosse, si può dedurre che il nostro Istituto, nella persona del Dirigente e di tutto il personale scolastico, ha accolto le molteplici sollecitazioni ministeriali, considerando il processo didattico-formativo degli immigrati una tra le più qualificanti priorità del nostro PTOF.
Prof.ssa Mele Damiana